Autore: Alessandro Bartoloni

Quarant’anni all’anagrafe, le mie prime esperienze politiche le ho fatte al liceo, votando sempre NO alle occupazioni: saltare scuola e fumare canne non mi parevano motivazioni sufficienti. Quali sarebbero state le giuste motivazioni lo avrei scoperto soltanto all’Università, dove Gianfranco Pala mi fa conoscere il Moro di Treviri e altri importanti personaggi che non mi hanno più abbandonato. Dalla teoria alla prassi il passo è inevitabile ma non altrettanto entusiasmante. Dopo lungo peregrinare tra partitini, correnti, spifferi e gruppetti (comunisti o sedicenti tali), trovo pace dentro un collettivo che contribuisco a fondare, metto sù famiglia con una dottoressa anestesista-rianimatrice e conquisto finalmente il tanto agognato posto fisso presso un importante ministero della Repubblica italiana. Insomma, mi sistemo. Poi arriva la Pandemia che mi spinge nelle piazze infiltrate dalle principali formazioni neofasciste italiane, mentre i compagni che seguivo e ammiravo invocavano lockdown duri in stile Wuhan, vaccinazione di massa obbligatoria e fucilazione dei renitenti, argomentando che ciò era nell’interesse del proletariato. Insomma, una situazione imbarazzante e francamente anche un po’ preoccupante, dal momento che tra le mie caratteristiche non c’è sicuramente quella di saper menare le mani. Sbagliavo io o sbagliavano i compagni? Occorreva scoprirlo e per farlo c’era un solo modo: mettersi a studiare. Sui libri e sulla strada. Alessandro Bartoloni è autore del volume Critica marxista della vaccinazione Covid.