Autore: Viviana Viviani

Viviana Viviani è nata a Ferrara nel 1974 e vive a Bologna. È ingegnere. Ha pubblicato racconti su varie antologie. Giornalista pubblicista, ha scritto sulla rivista on line LucidaMente e oggi scrive su Pangea News e Hic Rhodus. Nel 2012 è stata finalista del premio Giallo Mensa di Mondadori e nel 2013 ha pubblicato il romanzo “Il canto dell'anatroccolo”, con Corbo Editore, nella collana di Roberto Pazzi. Nel  2018 il suo progetto di scrittura multimediale “Penitenziagite – Un cadavere nella rete”, scritto a quattro mani con l’amico Stefano Machera, è arrivato in finale al Macchianera Awards tra i siti letterari. Ha appena pubblicato la silloge poetica “Se mi ami sopravvalutami” con Controluna – Il seme bianco.

La storia dei miei dieci aborti

Selvaggia Lucarelli ha scritto una lettera a Salvini dove si intesta diversi aborti, come al tempo della lotta per la conquista di questo diritto. Ma l’epoca è cambiata, il numero degli aborti diminuisce e quello delle donne che vi ricorrono più di una volta non raggiunge neanche l’uno percento. Viviana Viviani, imperdonabilmente, combatte il parossismo politico-mediatico con un’iperbole letteraria.

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«Sono femminista, ma» dice Cristina Chinaglia ed è subito scandalo: quando il politicamente corretto colpisce l’avversativa e il contraddittorio

«Sono assolutamente solidale con il femminismo,» inizia l’attrice comica nel suo monologo. Poi fa qualcosa di imperdonabile, pronuncia un «ma». E da «non sono razzista, ma» in avanti, i «ma» non si possono più dire. Poco importa che ogni avversativa del pensiero non possa nascere che da un «ma», e che senza contraddittorio muoia la riflessione.

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