Oltre il linciaggio mediatico: di cosa hanno davvero parlato i presunti “negazionisti del Covid”

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Ho ascoltato discorsi altissimi, pronunciati ieri mattina in Senato: quelli di Sabino Cassese e Michele Ainis per esempio. Ho sentito resoconti rigorosissimi e analisi autorevoli di scienziati come Massimo Clementi, Matteo Bassetti, Alberto Zangrillo, Maria Rita Gismondo. Il contributo di Bernard-Henri Lévy è da ascoltare anche se non è niente di superlativo: in sostanza riassume i contenuti del libro sul “virus che rende folli”, che ho trovato poco stimolante.

Molto più utile, sul piano filosofico, l’intervento di Paolo Becchi: non perché Becchi ai miei occhi abbia qualche valore come filosofo, ma per la semplice ragione che non ha fatto altro che riproporre in forma divulgativa quanto pensato e scritto da Agamben sulla “nuda vita” e la biosicurezza.

Nel complesso, come immaginavo, è stato un momento altissimo di riflessione su questa fase della storia italiana, nell’incontro di personalità rappresentative delle discipline più diverse e con i più diversi orientamenti. Senza, per una volta dopo tanto tempo, l’ombra sinistra della propaganda di governo, e dei suoi zelanti attuatori, propagatori e “controllori”. E senza quella, irrazionalmente inquisitoria, del Cts.

Sui social molte persone dabbene si sono compiaciute nello sbeffeggiare il breve e ameno (leggi insulso) discorso di Andrea Bocelli contro le restrizioni del lockdown, come se questo avesse invalidato o in qualche modo contrassegnato la restante parte dell’evento: una prova di ben modesta intelligenza, o di pessima capacità di trarre informazioni dai media – le due cose del resto in larga parte coincidono.

Tutto deve essere oggetto di dibattito e confronto. Ma due cose sono emerse con una chiarezza schiacciante: il governo si è posto ampiamente, inutilmente e ingiustificatamente fuori dalla legittimità costituzionale, violando non solo leggi e Costituzione, ma i principi stessi che stanno alla base dello stato di diritto. E questo non solo nelle primissime, caotiche e drammatiche fasi della crisi, ma fino a ieri. Fino a oggi. Nelle sue intenzioni, fino a domani e fino a chissà quando. E la seconda cosa: che la proroga dello stato di emergenza non è necessaria né utile, dal punto di vista sanitario, e non è “opportuna né legittima” (Cassese) dal punto di vista giuridico.

Intanto molti media (Repubblica, Corriere, Il fatto quaotidiano ecc) hanno bollato i relatori come “negazionisti del covid”. E Massimo Galli, all’Ansa, dichiara che “tutto quello che è stato detto non ha alcuna base dal punto di vista scientifico.” Immagino che in entrambi i casi siano già partite querele per diffamazione e calunnia, e spero che i diffamati abbiano giustizia e risarcimenti, soprattutto morali.

Personalmente esprimo la massima stima, gratitudine e solidarietà a luminari di varie discipline che, nel più evidente disinteresse politico, per spirito di servizio, per dovere di impegno civico e per amore di verità, si sono esposti, di certo consapevolmente, a un così miserabile linciaggio.

La presenza di Salvini (che non era il promotore dell’evento come è stato scritto) non merita alcun commento. Se non che, in un mondo che non fosse amleticamente “fuori dai cardini”, al posto suo ci sarebbero stati i rappresentanti dei partiti democratici, progressisti e di sinistra. E avrebbero avuto pensieri, parole e propositi fiammeggianti.

Oggi l’opzione di proseguire nella illegalità di uno stato di emergenza senza emergenza in atto sarà discussa in Parlamento. Vedremo quanto valgono i rappresentanti del popolo da noi eletti, e di quale coscienza etica e politica sono dotati. Ieri intanto il Capo dello Stato, parco di parole ma abile nel mandare messaggi molto chiari, ha detto nel videomessaggio agli italiani all’estero: “L’emergenza ora fortunatamente è SUPERATA. Adesso l’impegno è rivolto alla ricostruzione di un tessuto capace di affrontare i rischi che si manifestano e di rilanciare la fiducia nel futuro.”

***

L’opera in fotografia a corredo del testo è l’Etegami “Alimentare la rabbia n. 1”, (acquerello, 10 x 15 cm), di Floriane Pouillot, per gentile concessione dell’autrice. L’artista (1976) ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Ha collaborato con la casa editrice Transeuropa dal 2004 al 2013, curando la grafica di tutte le collane e del sito web. Insegna Disegno e Storia dell’Arte, si occupa di progetti di illustrazione, grafica e stampa hand made.


Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •