La figura della donna fuori dal “ricatto della vittima”: a Palermo le “narrazioni disobbedienti” della Wildworld svelano un doppio in lotta con lo stereotipo

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Lo scorso sabato, il 5 ottobre, si è tenuto presso la Feltrinelli di Palermo l’incontro collettivo dal titolo “Narrazioni disobbedienti”, che ha raccolto per la prima volta, in una conversazione a più voci, le istanze alla base dei primi tre volumi della Wildworld dove sono protagoniste le donne: Tutte te stessa di Mariangela Ballardini, Tra mostri ci si ama di Viviana Fiorentino e Sotto il suo occhio di Giulia Seri

Grazie alla presenza della relatrice Clelia Lombardo e dell’associazione Le Onde, oltre ai buoni uffici di Bianca Corso e di Roberta Cusimanola, libraie attente alla ricerca degli indipendenti, la discussione ha affrontato il versante meno esposto del mondo femminile, quello della sua implicazione con la violenza, col desiderio di trasgressione, con la voglia di ribellarsi e di cercare spazi di costruzione dell’identità non consentiti. 

Più nello specifico, in tutti e tre i romanzi è presente il tema fondamentale del doppio, che rappresenta una concezione antropologica della natura umana in cui la distinzione/definizione dei ruoli di vittima e carnefice si fa più sfumata, complessa, difficile da cristallizzare nelle forme “appropriate” in cui l’opinione corrente ragiona su determinate questioni. 

Per esempio: mettere in scena gli aspetti più torbidi della natura umana, vista la condizione spesso sotto attacco delle donne nella società contemporanea, è “socialmente utile” o può rivelarsi controproducente? Per le narratrici della Wildworld, la risposta è una sola: la letteratura deve correre dei rischi, se vuole offrire un’immagine del femminile lontana dai cliché del verosimile e dagli stereotipi narrativi di cui sono pieni gli scaffali delle librerie – favolette di eterne bambine per eterni bambini che purtroppo spesso sconfinano dal settore dove dovrebbero stare: quello della letteratura per ragazzi o della pedagogia spicciola. Ma forse il tempo di una rivoluzione è arrivato.

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Fotografia a corredo di Michela Bin, per gentile concessione dell’autrice. Nata a Trieste nel 1972, Michela Bin è laureata in archeologia medievale presso l’Università di Trieste; appassionata di fotografia da sempre, ha approfondito le sue conoscenze, tra gli altri, con Graziano Perotti.


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