Nono manifesto degli imperdonabili. Ci vuole un’alleanza tra editori e autori indipendenti

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Un editore è sempre imperdonabile, quando è un editore che ha la responsabilità di segnare una traccia, un percorso. E ogni percorso, ogni strada, ha in sé per definizione un fosso, un bordo dove cadere.

Noi della Samuele Editore sposiamo l’iniziativa degli amici di Transeuropa, casa editrice che abbiamo sempre visto con grande attenzione e ammirazione, capace di portare avanti il concetto di crowdfunding anche quando noi lo abbiamo dovuto abbandonare (dopo due anni di attività) inserendolo meglio di noi all’interno della procedura di pubblicazione. Sposiamo in toto la loro iniziativa perché una delle cose più gravi che abbiamo visto accadere in questi anni è stata la riproposizione di quanto si criticava. Perché non basta la consapevolezza che esistono gruppi e lobby che escludono tutti gli altri, che si difendono per risultare i migliori. Quello che abbiamo visto accadere è la critica (strumentale) al passato per una pedissequa riproposizione dell’uguale nel momento in cui faceva comodo.

Abbiamo visto autori criticare altri autori perché li escludevano dalle occasioni pubbliche, salvo poi, nel momento in cui ne avevano la possibilità, loro stessi escludere altri autori per beceri motivi.

Abbiamo visto autori criticare la “scrittura facile” in nome della qualità, della persistenza nel tempo, del significato, salvo poi cominciare a fare lo stesso nel momento in cui si rendevano conto che avevano più seguito.

Abbiamo visto autori organizzare occasioni pubbliche basandosi esclusivamente sulla notorietà dell’autore.

Abbiamo visto autori riempirsi la bocca e le bacheche di frasi antifasciste, inneggianti alla coerenza, salvo poi tradire anche gli amici in nome di piccoli interessi personali.

Abbiamo visto autori insultare e diffamare pubblicamente gli editori salvo poi, in privato, minimizzare e chiedere la pubblicazione.

Un editore è sempre imperdonabile se si mette di traverso assumendosi la responsabilità delle proprie scelte. Se legge i testi e critica gli autori, se quando crede in loro li fa lavorare, se li prepara non per il libro in pubblicazione, ma per il loro prossimo libro. Un editore è sempre imperdonabile perché si assume la responsabilità di scegliere cosa portare avanti (a volte anche sbagliando) sulla base dei testi, non dei nomi.

Se vogliamo costituire un gruppo di rottura, dobbiamo mettere fine a questa guerra tra autori e editori indipendenti. Ci vuole un’alleanza per superare il paradigma su cui si è fondato fin qui il funzionamento dell’oligopolio dei grandi editori e della loro corporation di autori.

*** *** ***

Fotografia a corredo di Michela Bin, per gentile concessione dell’autrice. Nata a Trieste nel 1972, Michela Bin è laureata in archeologia medievale presso l’Università di Trieste; appassionata di fotografia da sempre, ha approfondito le sue conoscenze, tra gli altri, con Graziano Perotti.


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