X Æ A-12 è il nome del Figlio dell’Oltre-Uomo, il Nuovo Modello per il superamento della Razza Umana

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X Æ A-12.
Elon Musk, insomma, nel bel mezzo dell’evento α dei nostri anni Z, dà alla luce, si spera anche grazie al contributo della prestazionale consorte, quello che, a prima vista, così sembrerebbe a tutti gli effetti, un intervallo logaritmico, una costante matematica, non è chiaro: probabilmente una esoterica sequenza criptata per soli iniziati; e i Media, chiaramente, subito ne danno notizia attraverso il cavo imbuto dell’Informazione, con l’ausilio sempre gradito dell’ecolalica lallazione-Social: se è vero che tutti i Dati, appunto, in quanto tali, sono per definizione Interscambiabili, è altrettanto vero che non sono mai Casuali; e quindi, insomma, nella condivisa narrazione moderna, proprio a puntino si inserisce anche questo Pupo di Fibonacci.

Ma, tra l’altro, è la stessa Mamma-In-Vitro a fornirci la più dettagliata esegesi dell’ermetico Nome.
X, ci spiega, come la variabile sconosciuta: ma che rimane tale, appunto, solo per te, anodino neofita; non certo per chi, illuminato, ha generato l’alchemico codice – un po’ come, in un certo senso, quella vecchia diatriba dell’Open-Source: con lo stregone Jobs che, a suo tempo, tutto reclamò col suo etereo incantesimo di Copyright.
Æ, poi, continua, come intelligenza artificiale, tradotto, sostiene, in svariate lingue, con amore: e qui, mi pare, i due neo-genitori giocano talmente a carte scoperte, che non rimangono nemmeno conclusioni da tirare.
A-12, infine, nel riferimento al velivolo (o al prototipo, non è chiaro) preferito dalla coppia: niente armi, solo velocità: fantastico in battaglia, ma non violento – accortezza necessaria, quest’ultima, poiché, se mai nella «società signorile di massa» qualcuno si accorgesse della necessità di una lotta di classe, be’, altri nemici da combattere – a parte i Tecnocrati Nerd da Silicon Valley –, io, almeno, al momento non ne vedo; e quindi, appunto, meglio cominciare già a costruirselo, questo fantomatico mondo-senza-violenza.

Insomma, questo biblico preambolo per significare che, nel separato Mondo della Pandemia, non è tanto la Pandemia la corroborante novità, ma, semplicemente, il nostro modo di affrontarla – e appunto, se insistono così tanto per convincerci della capovolgente congiuntura che stiamo vivendo, sarà proprio per indottrinarci, nel frattempo, con qualcos’altro.
Se, infatti (come ormai ci ripetono in una filo-diffusione perpetua, così invasiva che a breve, immagino, sarà a tal punto perfezionata da intromettersi finanche nei delicati processi della nostra stessa Coscienza), l’unica soluzione possibile all’Infezione e alla Morte, è proprio il fronteggiare il Mondo e la Vita da soli, responsabilmente distanti, be’, allora, quale protesi più adatta, quale scudo più efficace, se non appunto quello della Tecnologia?

Il Mondo-Nido che già da tempo stanno arredando, probabilmente, deve essere ormai quasi pronto; gli Interior-Designer della definitiva trasfigurazione digitale staranno giusto prendendo le misure per gli ultimi mobili – ce lo stanno proprio dicendo in tutti i modi: non resta che trasferirci!
Se è un attacco alla Morte, quello che sembrano su più fronti portare avanti, in effetti lo è a maggior ragione proprio perché è un attacco alla Vita – almeno a quella che, a quanto pare, ingenuamente, ancora ci ostiniamo a chiamare tale.
La soluzione, non a caso, se la vanno sempre a cercare nel dominio retro-illuminato del Monitor, nella deriva spettroscopica del Virtuale: per la scuola, quindi, la didattica-a-distanza; per i pagamenti, la transazione on-line; per il lavoro, lo smart-working… e così via, e così via.

Le strutture portanti della nostra storia di specie, tutto a un tratto, diventano il problema da risolvere; le stesse basi biologiche della vita tutta vengono messe in dubbio – ma come, ancora non l’hai capito?, chi vive poi muore: e solo noi ti diamo l’opportunità di bypassare entrambi i passaggi!
A considerarla bene, però, questa qui non è mica un’idea così nuova; anzi, verosimilmente non lo è affatto: il Super-Uomo, insomma, l’Oltre-Uomo – solo che, per la prima volta, a quanto pare, l’Impianto tecnico-scientifico sembra ora realmente averne i mezzi: per compiere il salto finale (di specie o nel vuoto: tanto è lo stesso).
Siamo d’altronde ormai tutti pronti, per questo provvidenziale Aggiornamento: vero?

Eppure, il più dolcemente possibile, vorrei solo ricordare loro, con le mie povere parole pescate a caso dal consumato panariello del Tempo – e non a caso però, mi sembra, già da un po’ abbiamo ricondotto alla triste pratica dello storytelling la narrazione della nostra Società, del nostro stesso Mondo, poiché, così, già fin dall’inizio, esattamente sappiamo dove andare a parare; mentre, evidentemente, con la Letteratura non ne abbiamo mai avuto idea –, vorrei solo loro ricordare, dicevo, che, insomma, l’Oltre-Uomo sarà pure sicuramente migliore, non so, probabilmente vedremo, ma che, appunto – e X Æ A-12 così bene ce lo rammenta –, di sicuro non è più… Uomo.

***

L’opera in fotografia a corredo del testo è di Floriane Pouillot, per gentile concessione dell’autrice. L’artista (1976) ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Ha collaborato con la casa editrice Transeuropa dal 2004 al 2013, curando la grafica di tutte le collane e del sito web. Insegna Disegno e Storia dell’Arte, si occupa di progetti di illustrazione, grafica e stampa hand made.


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