“Le circostanze non sono favorevoli”, l’opera prima de Gli Imperdonabili

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Piano dell’opera

Esce oggi il primo video tratto da Le circostanze non sono favorevoli, opera prima del movimento de Gli Imperdonabili, che inaugura l’omonima collana: un concept album prodotto e realizzato da autori anonimi, attori e musicisti, che si articola in ebook, album podcast, video.

Cos’è

Le circostanze non sono favorevoli è una raccolta in ebook di venti racconti brevi di autori anonimi da cui è stato estratto un album di nove tracce recitate e musicate, a cui gli autori hanno personalmente aggiunto un montaggio di immagini: la prima opera collettiva del gruppo degli Imperdonabili, realizzata nel pieno della pandemia seguendo il proprio Decalogo letterario, è un “concept album” dai toni scuri, con una particolare attenzione all’analisi dell’effetto sulla psiche del singolo di vari fenomeni destabilizzanti, i cui significati nascosti si mostrano riascolto dopo riascolto, nell’album, e si completano nella sequenza con cui sono stati proposti i testi nell’ebook.

Gli autori anonimi e il concorso

Anonimi. In controtendenza rispetto all’onanismo letterario che non vede l’ora di sbandierare il proprio ego nella lotta di conquista al sottopancia, i racconti qui presentati sono stati elaborati e selezionati durante il concorso “Anonima Racconti”, che si è tenuto nel febbraio 2020. Nell’arco di un mese, oltre cento partecipanti hanno inviato i loro racconti tramite una piattaforma che garantisce l’anonimato, nel rispetto di due semplici regole: non superare le 5.000 battute e recepire i dieci punti del Manifesto letterario degli Imperdonabili. La redazione ha dato in pasto al Gruppo Facebook degli Imperdonabili una media di quattro racconti al giorno, permettendo ai circa trecento membri di confrontarsi in modo del tutto disinteressato sulle composizioni, segnalando gli spunti positivi come gli scivoloni degli autori, che sono rimasti anonimi per tutto l’arco della competizione. La votazione conclusiva ha eletto una lista di sedici finalisti e un testo vincitore, “Babele”, il cui autore, come tutti gli altri partecipanti, ha deciso di preservare il proprio anonimato anche dopo la fine del concorso.

Per gli Imperdonabili, infatti, l’Anonima Racconti costituisce il primo passo di un cambio di rotta rispetto ai cliché vigenti in campo letterario:

1. La ricerca di una nuova trasparenza: difficile immaginare un autore affermato criticare un racconto anonimo, per poi scoprire che è del tale «amico della domenica», o del compare della compagnia di giro… Per gli Imperdonabili questi calcoli non hanno senso, non esistono compari né favori, l’autore deve scomparire nell’opera e tutta l’attenzione deve concentrarsi il più possibile sull’opera.

2. La fuga dall’ambiguofobia e dalla letteratura pedagogica: tra i finalisti dell’Anonima Racconti non troverete la storiella edificante di integrazione, l’orrido messaggio, la favoletta con il lieto fine e l’interpretazione a senso unico della scena, perché la letteratura non è un manuale di educazione civica, l’opera non è un telefono e il lettore deve trarre da sé le proprie conclusioni. Come disse Conrad, «lo scrittore scrive metà del libro, l’altra metà il lettore».

Perché anche podcast e video?

Gli autori anonimi hanno fatto proprio questo spirito al punto che in diversi casi non è sufficiente una sola lettura, per comprendere tutte le curvature di significato che riescono a produrre i testi. Si è deciso, pertanto, di impiegare anche un mezzo più adatto al riascolto come l’interpretazione di un attore e di un musicista, sperimentata in nove tracce audio tra i racconti che meglio si prestavano, a cui gli autori hanno personalmente aggiunto delle immagini. E qui, in modo assolutamente naturale, si è giunti a quel superamento delle forme tradizionali di fruizione del materiale letterario e di interpretazione del fatto artistico che gli Imperdonabili avevano già posto a tema nei loro manifesti. Allo stesso modo, senza seguire nessun piano, il caso ha voluto che il concorso si tenesse nel pieno di un momento storico che ha impresso il suo stigma nei racconti: con l’inserimento di alcuni ripescaggi tratti dal bacino della “quarantena” – l’altra sezione era quella degli “scampati” –, la redazione ha cercato di restituire questa “impressione” nella sequenza che costruisce il “concept album” e che si può dividere in un prima, durante e dopo il picco dell’epidemia. La raccolta risente pertanto del clima ambientale dai temi ai mezzi di realizzazione e di distribuzione, ma le premesse dell’iniziativa avevano intercettato le forze inerziali del cambiamento con indiscutibile anticipo sull’inaspettata accelerazione degli eventi.

E il cartaceo?

Per il cartaceo, invece, ci sarà da aspettare ancora un po’: se ci sarà interesse, cercheremo di organizzare qualcosa di simile a una tournée con tutti gli artisti coinvolti nel progetto e a quel punto sarebbe bello avere anche il libro tradizionale. Ma deve essere un traguardo, non un presupposto. Di libri, ormai, se ne pubblicano pure troppi senza che nessuno lo abbia chiesto ovvero senza che ci sia la necessità di stampa, prima che la dignità…

La prima edizione

L’album podcast, l’ebook o l’insieme delle due proposte sono già disponibili sul sito della casa editrice Transeuropa, a questo link.


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