Dopo l’Anonima Racconti, gli Imperdonabili lanciano l’Anonima Poeti

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A sei mesi dalla conclusione dell’Anonima Racconti, il concorso “fuori protocollo” che ha portato alla produzione del video album + ebook “Le circostanze non sono favorevoli”, gli Imperdonabili sono lieti di annunciare il lancio dell’Anonima Poeti, che partirà lunedì primo febbraio 2021.

Identico il meccanismo: gli autori iscrivono le proprie poesie (inedite) in assoluto anonimato attraverso un’e-mail che attribuisce un codice random all’invio.

L’invito è rivolto a tutti. Le opere non avranno vincoli di contenuto, ma di lunghezza (non più di 2500 battute), il tema libero.

Come per i racconti, la sfida che lanciamo è attenersi quanto più possibile a una concezione Imperdonabile della poetica, che intende scardinare il protocollo della scrittura industriale.

Il regno della poesia è fondato sull’uso performativo della lingua, della sintassi, del lessico. La poesia è davvero l’ambito del soggettivo: per ciò che ci riguarda, poesia è per natura linguaggio più che significato, “estasi e preghiera” più che “cuore e pancia”. Quello che fa un poeta, quando è tale, è inaccettabile: porta il linguaggio all’estremo e fa collassare il mondo che vi accade. Quello che accade nella poesia è intollerabile: c’è più big bang nel suo linguaggio che nella «nuda vita». Ogni regola, per geologia lirica, può e deve essere scardinata. Poesia, per dire, comprende anche, da Rimbaud a Char a Neri, la prosa poetica. L’importante è conoscere il protocollo, per romperlo.

È in ogni caso imperdonabilmente bandito:

  1. sensismo; 
  2. sentimentalismo, l’ambito della sensibilità; la fattura poetica è sfuggente, ma non si sfugge alla necessità di uno studio millimetrico del verso: non basta avere un’emozione da esprimere, occorre la tecnica per condurre l’emozione a evento di linguaggio, appunto; si deve forzare la grammatica, proporre un immaginario coerente e nitido, verificare la propria ossessione con una tecnica capace di ospitare il “vuoto che dà spazio”, la sottrazione, laddove il vuoto è una capacità; 
  3. paragonite, specie con il mondo animale, di cui i favolisti han riempito le fosse;
  4. didascalismo;
  5. descrizione dei significati all’inseguimento del tema e del contenuto, quando sappiamo che nessun elemento di realtà, nessun “mero fatto” può esaurirsi in una descrizione, figuriamoci in poesia, dove il linguaggio gioca una partita contro sé stesso, i suoi limiti, per far emergere l’illimitato, o se vogliamo l’irriducibilità dell’essere al contenuto di una proposizione;
  6. formalismo cantautoriale/citazionista/tradizionalista, ossia l’impiego di protocolli di scrittura vieti come la rima, il sonetto, giochi di allitterazioni, assonanze e altre scoperte retoriche o tecniche mnemoniche.
  7. stilismo/bellettrismo e altre forme mitologiche di “letterarietà”, “autorialismo” o peggio ancora di sperimentalismo fine a sé stesso;
  8. affabulazione e quotidianismo;
  9. patetismo;
  10. stereotipia.

Gli invii saranno pubblicati, letti ed esaminati nell’«imperdonabile gruppo nazionale Facebook» (gruppo privato), dove si accede per iscrizione. Esamineremo il materiale con un dibattito critico per ogni opera pervenuta e selezionata dalla redazione.

Altra conferma, oltre l’anonimato e ad alcune regole d’ingaggio, sarà il metodo di selezione delle opere: il commentometro.

Vinceranno il contest, ogni volta, non tanto le poesie che avranno ottenuto più like, ma soprattutto quante avranno raccolto i commenti più articolati e convincenti: in questo senso, anche le critiche negative avranno un peso, nella misura in cui la poesia sia in grado di scatenare un dibattito costruttivo.

Le opere selezionate saranno distribuite su tutta la rete social degli Imperdonabili, e per la short list di vincitori abbiamo in serbo una produzione tanto inconsueta quanto lo è stata, a seguito dell’Anonima Racconti, l’uscita dell’album e dell’ebook pubblicati da Transeuropa.

Questo contest vuol essere vero luogo di fondazione di una nuova discorsività tra lettori e scrittori, un banco di prova per gli aspiranti, una sfida per i professionisti scettici, un momento di “assinistramento” rispetto alla norma e alla normatività di ogni “addestramento” codificato dall’industria editoriale. Grazie all’anonimato e all’analisi di gruppo delle opere, intendiamo superare il rapporto passivo, binario, ipocrita, senza reciprocità critica tra emittente e destinatario, ossia tra autore e lettore, per concentrare tutta l’attenzione sul testo: un’imperdonabilie opportunità per ogni lettore intelligente, curioso, critico, chiamato a dare il suo contributo in modo attivo e partecipe anche nella fase della creazione e della selezione delle opere.

Qui le istruzioni per partecipare.

Qui un’intervista sul contest e sulla situazione della poesia in Italia.


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